Oggi l’aula di Montecitorio ha aperto le sue porte per un evento solenne e inusuale: i funerali laici di Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica Italiana, scomparso venerdì sera all’età di 98 anni
La cerimonia ha visto la partecipazione di personalità di rilievo a livello nazionale e internazionale, compresi i capi di Stato Emmanuel Macron e Frank-Walter Steinmeier, rappresentanti di Francia e Germania. L’evento ha seguito un protocollo rigido e dettagliato.
Il feretro è stato trasferito da Palazzo Madama, dove si è tenuta la camera ardente, e collocato nella sala del Governo a Montecitorio. La cerimonia ha previsto nove discorsi. Oltre ai presidenti di Camera e Senato, hanno preso la parola il figlio di Napolitano, Giulio, e la nipote Sofia, seguiti da cinque oratori selezionati dalla famiglia.
Il Parlamento in seduta comune, più di cento ambasciatori e quattro capi di Stato attivi, oltre al defunto presidente emerito, hanno reso omaggio alla figura di “Re Giorgio” che ha attraversato decenni di storia italiana, svolgendo un ruolo di raccordo e mediazione in momenti cruciali della Repubblica.

(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Le parole più apprezzate sono state quelle dei familiari stretti, a partire dal figlio Giulio che ha colto l’occasione per rendere omaggio a suo padre con un discorso carico di emozioni e riflessioni, in cui ha esaltato la figura paterna come esempio di dedizione al lavoro e alla causa politica, definendolo come un uomo che “ha sempre considerato la politica come scelta etica e motivazione morale”.
Rimarcando una vita vissuta sul filo della coerenza, anche se a volte per cause oggi considerate “sbagliate”, Giulio Napolitano ha dichiarato: “Ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate”. Tuttavia, una scelta di parole che evidenzia come suo padre non avesse tolleranza per la demagogia e per gli atteggiamenti estranei a un genuino spirito di servizio pubblico. “Non sopportava demagogia e urla”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di vivere l’attuale momento “in spirito di unità e condivisione”.
Il tono solenne dell’intervento è stato interrotto da una suoneria di cellulare, presumibilmente appartenente a un parlamentare, che ha squillato nel bel mezzo del discorso, creando un attimo di imbarazzo tra i presenti.
Ancora più emozionato il ricordo di Sofia May, nipote del Presidente emerito che ha espresso il suo profondo affetto e ammirazione per il nonno. La giovane Napolitano si è commossa mentre parlava della figura del nonno, sottolineando non solo il suo ruolo come statista di rilievo, ma anche come nonno affettuoso e presente nella vita dei suoi nipoti.
“Nostro nonno ci ha insegnato a trattare chiunque con rispetto e cortesia, a prescindere dalle convinzioni personali”, ha dichiarato Sofia May Napolitano: “Quando eravamo piccoli, ci scriveva sempre, veniva a prenderci a scuola e condivideva con noi libri e articoli. Non era però accondiscendente”.