I leaders del G7, si sono riuniti Online in via straordinaria su convocazione del presidente Boris Johnson per discutere sulla situazione in Afghanistan.
Le priorità dei partecipanti, è emerso, sono la protezione della popolazione civile e il funzionamento dell’aeroporto di Kabul sino al termine delle operazioni di evacuazione.
Ieri il presidente americano Biden, non aveva escluso una proroga del ritiro delle truppe anche oltre la data del 31 agosto.
Su questa ipotesi il ministro Di Maio in audizione alle Commissioni riunite di Affari Esteri e Difesa insieme al ministro Guerini (qui è possibile vedere e ascoltare la registrazione delle dichiarazioni rilasciate in apertura di seduta) ha assicurato “dopo che gli americani avranno lasciato l’aeroporto di Kabul non potremo mantenere nostra presenza nel Paese”.

Dopo il G7 hanno parlato in separate conferenze stampa per riferire sugli esiti dell’incontro, il presidente americano Joe Biden, la cancelliera tedesca Angela Merkel, i presidenti Charles Michelle (Consiglio Europeo) e Ursula von der Leyen (Commissione Europea).
“Noi tutti” ha dichiarato la presidente von der Leyen “abbiamo concordato sul fatto che è nostro dovere morale aiutare il popolo afghano e fornire tutto il sostegno consentito dalle condizioni attuali. Abbiamo discusso di evacuazioni aiuti umanitari immediati, aiuti allo sviluppo a lungo termine e scenari per i rifugiati bisognosi di protezione”.
“Dobbiamo aiutare le persone più a rischio – donne, ragazze, bambini – e aumentare i contributi per aiuti umanitari” ha poi aggiunto la presidente della Commissione Europea annunciando che gli aiuti previsti nel bilancio dell’Unione saranno quasi quadruplicati per soddisfare le esigenze degli afghani”.
Occorrerà però anche garantire che gli sfollati siano sostenuti o che la comunità internazionale contribuisca al loro sostegno nei paesi vicini. Per questo motivo “continueremo a lavorare con i paesi nelle immediate vicinanze”.

Von der Leyen ha anche sottolineato “l’urgente necessità” che gli Stati membri e il parlamento europeo, trovino un accordo sulla proposta della Commissione sulla proposta del Patto su migrazione e asilo: “Abbiamo bisogno di un sistema pienamente funzionante per un’efficace gestione delle frontiere, solidarietà e cooperazione con i paesi di origine e di transito”.
Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel ha ricordato poi che è ancora “troppo presto per decidere che tipo di relazioni svilupperemo con le nuove autorità afgane. Chiediamo una soluzione politica inclusiva e se vogliamo continuare a esercitare un’influenza positiva sul popolo afghano, soprattutto nel sostenere i suoi bisogni primari, dovremo trattare con le nuove autorità”.
Michel ha assicurato un attegiamento rigoroso “sia nel preservare le conquiste politiche, economiche e sociali dei cittadini afghani, sia i loro diritti umani, in particolare delle donne, delle ragazze e delle minoranze” che “in termini di obblighi internazionali dell’Afghanistan – in particolare, sicurezza, lotta al terrorismo e traffico di droga”.
La Dichiarazione dei leader del G7 sull’Afghanistan
Oggi, 24 agosto 2021, sotto la Presidenza del Regno Unito, noi leader del Gruppo dei Sette ci siamo incontrati virtualmente per discutere della situazione in Afghanistan. A noi si sono uniti i Segretari Generali delle Nazioni Unite (ONU) e della NATO. Riaffermiamo il nostro fermo impegno nei confronti del popolo afghano e sosteniamo la dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 16 agosto. Esprimiamo la nostra grave preoccupazione per la situazione in Afghanistan e chiediamo calma e moderazione per garantire la sicurezza dei cittadini afgani e internazionali vulnerabili e la prevenzione di una crisi umanitaria. Chiediamo il rispetto degli obblighi previsti dal diritto internazionale sui diritti umani, compresi i diritti delle donne, delle ragazze e dei gruppi minoritari, e che il diritto umanitario internazionale sia rispettato in tutte le circostanze. Onoriamo i significativi sacrifici fatti dal popolo afghano, dalla gente dei nostri paesi e da innumerevoli altri, che hanno lavorato per un futuro più pacifico, giusto e sicuro per l’Afghanistan.
Il popolo afghano merita di vivere in dignità, pace e sicurezza, riflettendo gli ultimi due decenni delle sue conquiste politiche, economiche e sociali, in particolare per le donne e le ragazze. L’Afghanistan non deve mai più diventare un rifugio sicuro per il terrorismo, né una fonte di attacchi terroristici contro altri. Lavorando con i partner, in particolare con gli alleati della NATO, continueremo a combattere il terrorismo con determinazione e solidarietà, ovunque si trovi. Qualsiasi futuro governo afghano deve aderire agli obblighi internazionali e all’impegno dell’Afghanistan per la protezione contro il terrorismo; salvaguardare i diritti umani di tutti gli afghani, in particolare donne, bambini e minoranze etniche e religiose; sostenere lo stato di diritto; consentire l’accesso umanitario senza ostacoli e incondizionato; e contrastare efficacemente il traffico di esseri umani e di droga. Chiediamo a tutte le parti in Afghanistan di lavorare in buona fede per stabilire un governo inclusivo e rappresentativo, anche con la partecipazione significativa di donne e gruppi minoritari.
Affermiamo il nostro impegno duraturo nei confronti del popolo afghano, anche attraverso un rinnovato impegno umanitario da parte della comunità internazionale. A tal fine sosteniamo le Nazioni Unite nel coordinare l’immediata risposta umanitaria internazionale nella regione, compreso l’accesso umanitario senza restrizioni in Afghanistan, e contribuiremo collettivamente a tale risposta. Come parte di ciò, coopereremo insieme e con i paesi vicini e altri della regione per sostenere i rifugiati afghani e le comunità di accoglienza come parte di una risposta regionale coordinata a lungo termine. Chiediamo a tutti i partner dell’Afghanistan di sostenere questo sforzo e una più ampia stabilità regionale attraverso canali multilaterali.
Come parte di ciò, la nostra priorità immediata è garantire l’evacuazione sicura dei nostri cittadini e di quegli afghani che hanno collaborato con noi e aiutato i nostri sforzi negli ultimi vent’anni, e garantire un passaggio sicuro continuo fuori dall’Afghanistan. Continueremo a coordinarci strettamente su questo e ci aspettiamo che tutte le parti continuino a facilitarlo e a garantire la sicurezza del personale umanitario e medico e di altri fornitori di servizi internazionali. Collaboreremo insieme, e con i paesi vicini e altri nella regione che ospitano i rifugiati, su un approccio coordinato verso percorsi sicuri e legali per il reinsediamento.
Lavoreremo insieme, e con i nostri alleati e paesi regionali, attraverso le Nazioni Unite, il G20 e più ampiamente, per riunire la comunità internazionale per affrontare le questioni critiche che l’Afghanistan deve affrontare. Mentre lo faremo, giudicheremo i partiti afghani dalle loro azioni, non dalle parole. In particolare, riaffermiamo che i talebani saranno ritenuti responsabili delle loro azioni in materia di prevenzione del terrorismo, sui diritti umani in particolare di donne, ragazze e minoranze e sul perseguimento di una soluzione politica inclusiva in Afghanistan. La legittimità di qualsiasi futuro governo dipende dall’approccio che adotta ora per sostenere i propri obblighi e impegni internazionali per garantire un Afghanistan stabile.