In Bielorussia è il giorno dei negoziati Russia-Ucraina
Il ministero degli Esteri bielorusso accompagnando l’annuncio dei negoziati tra Kiev e Mosca, ha twittato di primo mattino una foto della sede a Gomel, al confine tra Ucraina e Bielorussia.
I colloqui iniziano a mezzogiorno ora locale. Ieri Kiev aveva detto di non credere molto all’esito dell’incontro. Oggi nuova riunione del Consiglio di sicurezza Onu, con la proposta di una tregua umanitaria per evacuare donne e bambini.
Sul fronte delle trattative le condizioni di Putin per cessare l’attacco all’Ucraina, secondo quanto ha riferito al Presidente francesce Macron, prevedono il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea e la neutralità ucraina.
Telephone conversation with President of France Emmanuel Macron: situation around Ukraine, security guarantees https://t.co/gwHLas6tbL
— President of Russia (@KremlinRussia_E) February 28, 2022
Qualche spiraglio dunque ci sarebbe, per il Presidente Zelensky saranno di cruciale importanza le prossime ore e rinnova la richiesta di entrare celermente a far parte dell’Unione Europea.
Ucraina, anche la Svizzera congela i beni di Putin e dei suoi oligarchi. Il Presidente Ignazio Cassis, accantona temporaneamente la tradizione di neutralità. Dopo un incontro con il Consiglio federale svizzero viene annunciata in conferenza stampa la decisione del congelamento dei beni di Vladimir Putin, del primo ministro Mikhail Mishustin del ministro degli Esteri Sergey Lavrov e di tutti gli altri oligarchi (più di 350) inseriti nella black list dell’Unione Europea. Il Presidente Cassis in risposta ad un giornalista tiene però a precisare che la Svizzera resta neutrale e ribadisce la disponibilità a contribuire attivamente alla risoluzione del conflitto tramite i “suoi buoni uffici”.
Il patrimonio delle persone e delle aziende elencate nell’allegato dell’ordinanza “è congelato con effetto immediato e rimane in vigore il divieto di stipulare relazioni d’affari con tali persone e imprese”
La Svizzera continua a offrire i suoi buoni uffici. Da Berna tengono a precisare che “nelle sue decisioni il Consiglio federale ha tenuto conto della neutralità e degli aspetti legati alla politica di pace, ribadendo la disponibilità della Svizzera a contribuire attivamente alla risoluzione del conflitto tramite i suoi buoni uffici. Ciò nonostante, l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro uno Stato sovrano europeo ha spinto il Consiglio federale a rivedere la propria prassi in materia di sanzioni. La difesa della pace e della sicurezza, così come il rispetto del diritto internazionale, sono valori ai quali la Svizzera in quanto democrazia aderisce e che condivide con i suoi vicini europei. Il nostro Paese continuerà ad esaminare ogni ulteriore pacchetto di misure dell’UE”.
E se Berna congela Putin Bruxelles congela Kiev
“L’Ucraina ha richiesto l’adesione. Cosa ne pensa? È possibile?” gli chiedono in mentre si reca a partecipare alla videoconferenza con i Ministri della Difesa degli Stati membri.
“Oggi questo tema non è all’ordine del giorno, credetemi. Dobbiamo lavorare su cose più pratiche. L’adesione è qualcosa che richiederà, in ogni caso, molti anni e dobbiamo fornire una risposta per le prossime ore. Non per i prossimi anni, ma per le prossime ore”.
Poi però sottolinea: “L’Ucraina ha chiaramente una prospettiva europea, ma ora dobbiamo combattere contro un’aggressione. Il mondo non può permettersi che un paese potente distrugga il vicino usando le sue capacità militari. Se lo permettiamo, è la legge della giungla. È la legge del più forte: ‘Io sono più forte di te e ti uccido. Vi impongo la mia legge’. È la legge della giungla. E questa, per noi europei, è una minaccia esistenziale. Faremo tutto il possibile per fermarlo”.
Disponibile qui (Video con traduzione simultanea in Italiano fornita dalla Commissione Europea) la conferenza stampa integrale di Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza a seguito della riunione informale dei ministri della Difesa.
Disponibile anche in versione audio Podcast (Link)
Presente all’incontro anche il nostro Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini che ha espresso apprezzamento per la decisione dell’Unione Europea di supportare la “resilienza” e la difesa ucraine attraverso lo European Peace Facility e ha concordato anche sull’opportunità di coordinare tutte le attività di sostegno alle Forze Armate ucraine e l’invio di materiale e equipaggiamento militare, in collaborazione con Stati Uniti e Regno Unito.
“Abbiamo l’esigenza di coordinarci e di agire rapidamente” ha sottolineato il Ministro, ricordando che “anche l’Italia, nell’ambito delle decisioni assunte dall’Unione Europea e dopo i previsti passaggi istituzionali nazionali, invierà sistemi d’arma ed altri equipaggiamenti militari in favore delle Forze Armate ucraine”. “Una risposta importante che da il segno della concreta solidarietà all’Ucraina. Chi voleva dividerci è rimasto deluso. La NATO è più forte, l’Europa più unita” ha concluso il Ministro.
Il Consiglio Dei Ministri italiano che si è svolto nel pomeriggio, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, in relazione all’esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale, sono stati stanziati 10 milioni di euro per consentire di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti e, con decreto-legge, è stato previsto il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri in Italia.
Di seguito è possibile leggere tutti gli altri provvedimenti adottati (Testo sul sito di Palazzo Chigi)