In questi mesi si parla molto della reperibilità dei semiconduttori e più in generale dei chip necessari a far funzionare ormai qualsiasi aggeggio tecnologico, dalle auto che guidiamo ai telefoni che usiamo per comunicare fino alle consolle per giocare.
Tutto è cominciato con la fermata produttiva causata dalla pandemia nei paesi asiatici e negli altri produttori, che ora, a causa della forte domanda che coincide con il periodo di ripresa economica, si fatica a soddisfare.
Il problema riguarda ovviamente anche l’Italia, come ha ricordato il Commissario Europeo Paolo Gentiloni, dove in affanno ci sono alcuni settori dell’industria “che fanno fatica ad avere i ritmi che potrebbero avere per mancanza di semiconduttori”.
Molti esperti dicono che il problema ci affliggerà ancora per tutto il 2022.
Lo “shortage” di chip, questo è certo, non ha però solo fermato catene di assemblaggio e rallentato ordini e consegne del prodotto finito ma ha messo anche sotto i riflettori il grado di dipendenza dell’economia europea dai semiconduttori “made in Asia”.
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Per questo motivo, il 15 novembre 2021, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha visitato la sede della società olandese Advanced Semiconductor Materials Lithography (ASML) a Eindhoven, nei Paesi Bassi, insieme a Mark Rutte, primo ministro olandese, e Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno.
“ASML” ha detto la von der Leyen “è una delle aziende tecnologiche più importanti al mondo. È uno dei principali attori nella catena del valore globale per i semiconduttori. Ed è essenziale per i produttori di chip in tutto il mondo. La tecnologia e le macchine progettate da ASML aiutano a produrre chip a Singapore, Corea o Stati Uniti, solo per citarne alcuni. Questa società svolgerà un ruolo importante nei nostri sforzi per rendere l’Europa più competitiva e più sovrana nel settore tecnologico”.
La presidente della Commissione Europea ha aggiunto che questo è l’obiettivo dell'”European Chips Act”, che sarà proposto nella prima parte del 2022.
“Il nostro obiettivo è che l’Europa raddoppi la sua quota di mercato nei chip entro il 2030, anche nei chip più innovativi. Ciò significa raggiungere il 20% della quota di mercato globale. Oggi siamo al 10%. E l’Europa ha le carte in regola per arrivarci. ASML ne è una chiara prova”.
Per avere successo, per la presidente della Commissione è assolutamente necessario lavorare insieme. In primo luogo, con un maggiore coordinamento tra le attività di ricerca nel settore abbinandola alle esigenze dell’industria. “In secondo luogo, dobbiamo migliorare nella progettazione dei chip. Terzo punto è l’aumento della capacità di produzione dei chip”.
Anche per realizzare questi piani è importante”coordinare il supporto che forniamo alle aziende per sviluppare questa capacità produttiva aggiuntiva. E quarto, abbiamo bisogno di una maggiore cooperazione con l’industria, che svilupperà nuovi prodotti europei che utilizzeranno chip all’avanguardia. E questo significa posti di lavoro più qualificati e nuovi mercati per le nostre aziende”.

Da un lato per la rappresentante europea l’aumento della produzione nel vecchio continente è positivo perchè significa “una minore dipendenza da alcuni paesi dell’Asia orientale” ma è un bene anche per il resto del mondo, “poiché significa catene di approvvigionamento più diversificate”. Dunque, l’intero settore beneficerà dell’European Chips Act.
Inoltre, ricorda la von der Leyen “nei prossimi anni l’Unione Europea investirà notevolmente nel settore digitale. Fino a 200 miliardi di euro dal nostro Piano di ripresa NextGenerationEU finanzieranno gli sviluppi in questo settore”.
Qui il video della visita della presidente alla ASML, accolta tra gli altri dalla giovane e talentuosa Product Architect italiana, Giovanna de Simone.