L’ex difensore della Nazionale Italiana e allenatore dell’Under 21 rivela la sua verità nella sua ultima intervista a Repubblica
Nel mondo del calcio, Claudio Gentile è un nome che risuona con forza. Difensore chiave nella vittoriosa campagna italiana del Mundial del 1982, che vide l’Italia fermare prima Maradona e poi Zico, Gentile è un personaggio che difficilmente si dimentica.
Nonostante i successi ottenuti come Commissario Tecnico dell’Under 21, incluso la vittoria di un Europeo, Gentile rivela in una recente intervista a La Repubblica che è stato emarginato dal mondo del calcio senza una ragione apparente.
Gentile non ha esitato a puntare il dito contro quei procuratori che, secondo le sue parole, hanno cercato di offrirgli enormi somme di denaro per favorire i loro giocatori in Nazionale. Il suo rifiuto netto di queste offerte, spiega, ha portato a una serie di conseguenze, la più grave delle quali è stata l’esclusione dal calcio.
L’ex difensore critica duramente l’operato di Guido Rossi, ex commissario straordinario della Figc, e di Demetrio Albertini, ai quali attribuisce una parte di responsabilità nella sua esclusione. Nonostante la sua passione per l’allenamento e il suo talento nel formare giovani calciatori, Gentile si trova oggi a guardare il mondo del calcio da lontano, con un misto di amarezza e incredulità.
Rispondendo a coloro che lo interrogano sulle ragioni della sua esclusione, Gentile ammette di non avere risposte da dare. L’allenatore sostiene di essere rimasto fedele ai suoi principi e di aver sempre operato con correttezza, una qualità che, secondo lui, potrebbe aver contribuito alla sua caduta.
Nonostante le ferite ancora aperte, Gentile ricorda con orgoglio il suo passato glorioso. In particolare, difende la sua reputazione come difensore, rifiutando l’etichetta di “killer del calcio” che gli è stata affibbiata nonostante non sia mai stato espulso per gioco scorretto.
Infine, con una nota di rammarico, Gentile si chiede perché alcuni dei suoi ex colleghi abbiano avuto altre opportunità nel mondo del calcio, mentre lui è stato lasciato ai margini. Una domanda che, come molte altre nel corso della sua carriera, rimane senza risposta.