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venerdì, Giugno 2, 2023

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Guerra di informazione

Doveva essere la giornata del “silenzio” delle armi, almeno in una parte dell’Ucraina

Così almeno avevano concordato nell’ultimo negoziato le due parti per consentire lo snodo di un corridoio umanitario. Ma a Mariupol le armi russe non hanno mai cessato il fuoco.

Il Ministro degli Esteri, Sergei Lavrov dice che “ai corridoi umanitari non si è presentato nessuno”. Ma la questione è più complessa e articolata di così.

Il lungo convoglio di mezzi delle armate russe è fermo a pochi chilometri dalla capitale Kiev, ma è accerchiata. La stampa ucraina riferisce dell’uccisione durante un arresto di uno dei negoziatori del Paese “una spia al soldo di Mosca”. All’inizio della prossima settimana è comunque previsto il ritorno al tavolo delle trattative.

Putin chiude i principali canali social ai russi, e reprime l’informazione libera “15 anni di carcere a chi discosta il proprio racconto da quello ufficiale”, il che impone ai principali media e agenzie di stampa stranieri di lasciare il Paese, cosa che fanno anche gli inviati italiani di Rai, Mediaset e Ansa. La BBC “riaccende” le frequenze di Radio Londra.

In questo contesto appare quantomeno “disperato” il tentativo di mediazione del premier israeliano Bennett che vola a Mosca da Putin.

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