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Il Presidente Mattarella celebra il Giorno della Memoria per le vittime del terrorismo

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Mattarella onora il sacrificio delle vittime e sottolinea il ruolo del popolo italiano nella storia del Paese

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato oggi alle celebrazioni del “Giorno della Memoria”, una giornata dedicata alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice. La giornata è iniziata con la deposizione di una corona di fiori in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dell’On. Aldo Moro.

Successivamente, al Palazzo del Quirinale, si è svolta la cerimonia di commemorazione, condotta dall’attrice e conduttrice Valentina Cervi e aperta da un filmato realizzato da Rai Storia. Tra gli ospiti, sono intervenuti la giornalista e saggista Benedetta Tobagi e lo storico Guido Formigoni.

Durante la cerimonia, Valentina Cervi ha letto alcuni passi tratti da interventi e testimonianze di Walter Tobagi, Marisa Russo, Giampaolo Mattei, Eugenio Occorsio e Aldo Moro. Il momento è stato toccante e ha ricordato l’impegno e la forza delle vittime nel contrastare il terrorismo e difendere la democrazia nel nostro Paese.

Nel suo intervento conclusivo, il Presidente Mattarella ha voluto sottolineare come la storia d’Italia sia stata scritta non dai terroristi, ma dalle vittime e dal popolo italiano. Il capo dello Stato ha invitato tutti a riflettere sulla memoria di queste persone e a continuare a lottare per la libertà e la democrazia.

“Quante esistenze distrutte, quante vite sottratte, quanto sangue e quanto dolore sparso in nome di ideologie disumane e respinte dalla storia! Queste vittime parlano a tutti noi, parlano ai nostri giovani, sollecitandoli a fare delle istituzioni il luogo autentico del confronto politico, a non lasciarsi accecare dall’odio né tentare dalla violenza per imporre le proprie convinzioni.

L’odio e la violenza costituiscono il percorso dei regimi autoritari. Rappresentano il fallimento dell’umanità, chiamata alla libertà e al rispetto reciproco. La Repubblica ha saputo produrre i suoi anticorpi, ben sapendo che un clima di scontro violento, parole d’odio, l’avversario trasformato in nemico da abbattere, costituiscono modalità patologiche della contesa politica che, oggi come allora, vanno condannate e respinte con decisione.

La democrazia della nostra Repubblica si nutre di tolleranza, di pazienza, di confronto, di rispetto. È una strada che a taluno appare lunga e faticosa ma è l’unica di progresso della convivenza. L’unica capace di ottenere e mantenere nel tempo pace, serenità, benessere, diritti a tutti i cittadini. È questo l’insegnamento che ci proviene dalle tante, troppe vittime del terrorismo e dell’eversione. Intorno alla loro memoria ci stringiamo oggi commossi per ribadire con determinazione: mai più violenza politica, mai più stragi”.

Ascolta il podcast (Link)

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