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Le domande degli studenti ai Presidenti Metsola e Mattarella

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo incontrano una rappresentanza di studenti delle scuole ambasciatrici del Parlamento europeo (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo incontrano una rappresentanza di studenti delle scuole ambasciatrici del Parlamento europeo
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Al termine del colloquio – secondo quanto reso noto dal Quirinale – i due Presidenti hanno incontrato una rappresentanza di studenti di scuole secondarie di secondo grado, ambasciatrici del Parlamento europeo e hanno risposto ad alcune domande sui temi prioritari per il futuro dell’Italia e dell’Europa con particolare riguardo ai giovani.

Il programma scuole ambasciatrici del Parlamento europeo è esteso in tutti i paesi Europei, l’Italia quest’anno ha partecipato con 100 scuole.

Qui di seguito un estratto dell’incontro, mentre sul sito del Quirinale, c’è il video integrale

“Abbiamo seguito il suo recente viaggio in Ucraina, perchè è così importante che lei in qualità di rappresentante dei cittadini europei sia andata a Kiev e cosa possiamo fare in concreto per sostenere il popolo ucraino?” ha chiesto una studentessa alla Presidente Metsola: “Era importante” ha risposto “visitare Kiev e i deputati eletti al Parlamento ucraino che avevano bisogno di un messaggio concreto di solidarietà e speranza perchè loro stanno lottando per difendere i valori e principi europei comuni a tutti noi” ha risposto la Presidente Metsola “cosa possiamo fare? Possiamo fare molto di più” ha proseguito “avete aperto le vostre case e le vostre scuole, le vostre famiglie hanno accolto bambini e donne, persone che avevano bisogno di aiuto in un momento molto difficile e terribile per loro. Abbiamo adesso il dovere di continuare ad aiutarli, a vincere, con le cose utili di cui hanno bisogno, con la speranza di aiutarli ad entrare nell’UE ed anche con i programmi di ricostruzione, dovremo dimostrare che noi siamo con loro.”

Interessante anche un’altra domanda, rivolta al Presidente da una studentessa dell’Istituto Mattarella di Castellammare del Golfo (Trapani): “Il 25.3.1957 l’Italia firmò con altri cinque Paesi i c.d. Trattati di Roma. L’obiettivo era quello di integrare le economie nazionali favorendo le libertà di circolazione di persone, merci, servizi e capitali, mettere in comune la ricerca e le materie prime per evitare l’insorgere di nuove guerre: da qui nasce il sogno dell’Europa unita. La crisi innescata dalla pandemia e subito dopo la guerra in Ucraina hanno messo a dura prova l’Unione europea e l’Italia dando forma nel concreto ai valori europei di libertà, democrazia, pace e solidarietà. Cosa possono fare i cittadini e soprattutto noi giovani per dare forma e rendere vivi i valori europei?”

La risposta di Mattarella: “vorrei esprimere un benvenuto a tutti voi e soprattutto alla Presidente Metsola. Sono lietissimo di essere insieme a lei a colloquiare con voi, ragazzi, in questa sala che è la più grande del Quirinale. Vorrei rassicurare la Presidente Metsola: l’Istituto Mattarella non è intitolato a me ma a mio fratello che ha ben altri meriti.
La domanda è interessante. Vorrei però iniziare con una conclusione: l’Europa siete voi. Siete una generazione nata con un’Unione europea affermata, consolidata, in piena attività. Siete persone che condividono valori e convinzioni con i vostri coetanei di ogni altra parte dell’Unione; siete disposti a viaggiare, a spostarvi, anche eventualmente a vivere in altre parti dell’Unione e immaginate che sia impensabile ripristinare passaporti, sbarramenti e confini nell’ambito del territorio dell’Unione europea. Questo è un grande risultato. Si era partiti, appunto, come hai ricordato, con il desiderio di una comunità economica, così com’è stata per qualche tempo. Ma questo risultato è di gran lunga più importante da quando l’Unione ha assunto una dimensione politica, con il Parlamento europeo al centro, per esprimere la sua democrazia interna, che va peraltro sviluppata molto di più. E questa vostra generazione è il risultato di uno sforzo straordinariamente profetico deciso allora, sapendo che era il modo per accantonare contrasti, contrapposizioni, concorrenze, guerre che per tanto tempo avevano insanguinato il nostro continente, e non avremmo mai immaginato di vederne una in questo periodo, dentro il cuore dell’Europa.
Ma questo risultato è il frutto della lungimiranza di quei sei Paesi fondatori, nel ’57, a cui se ne sono aggiunti altri. Adesso siamo numerosi. Ne aspettiamo altri. Vi sono altri Paesi che sono in attesa di entrare, e che è bene che entrino, nel corso del tempo, nell’Unione europea. Questo è un dato importante.
Hai detto che quanto è avvenuto ha messo a dura prova l’Unione. Io direi che l’ha messa sotto pressione, e la risposta è stata però consapevole, responsabile e positiva. Perché l’Europa ha espresso solidarietà attiva nei confronti dell’Ucraina, così come l’aveva espressa prima, di fronte alla drammatica crisi della pandemia, dimostrando ancora un volta due cose: la prima, che l’Unione ha bisogno di una forte solidarietà interna, di mettere in comune risorse e prospettive per superare le difficoltà; l’altra, – e aveva ragione un grande europeista francese, Jean Monnet, che tanto tempo fa ebbe a dire ‘l’Europa crescerà nell’integrazione attraverso le crisi’ – che le crisi pongono interrogativi, chiamano a decisioni, e nelle crisi si ha la responsabilità di abbandonare le posizioni di inerzia, di pigrizia – che sovente prendono anche gli Stati e che qualche volta sono state presenti nella vita dell’Unione europea – e spingono ad assumere decisioni coraggiose. Altrimenti non si superano le difficoltà.
Ecco, questo è quel che è avvenuto. La risposta che abbiamo dato a queste due crisi – della pandemia e adesso della guerra – è una risposta di grande solidarietà, una risposta importante che pone le premesse per un’integrazione crescente nell’Unione europea, per una solidarietà sempre più condivisa e per una prospettiva in cui l’Unione europea possa, ancor più di prima, essere nel mondo portatrice di pace, di civiltà, di convivenza serena e di rapporti collaborativi. Questo ormai non è sulle spalle della mia generazione, che è in uscita, ma sulle spalle della vostra generazione.
Auguri per questo”.

Erano presenti all’incontro rappresentanze delle scuole : Liceo classico statale “Francesco Vivona” di Roma, Polo Statale ISS “P. Mattarella” di Dolci di Castellamare del Golfo (Tp), Collegio “Alessandro Volta” di Lecco, Istituto Tecnico Industriale Statale “Trafelli” di Nettuno.

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