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lunedì, Settembre 25, 2023

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Mario Draghi al MIT riceve il prestigioso Premio Miriam Pozen 2023

L’ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex Primo Ministro italiano è stato riconosciuto per la sua leadership nella politica finanziaria internazionale

Il Massachusetts Institute of Technology (MIT) Global Capitalism Forum on Policy (GCFP) ha annunciato a febbraio che il Premio Miriam Pozen 2023 è stato assegnato a Mario Draghi, in riconoscimento del suo ruolo guida nella politica finanziaria internazionale.

Draghi, noto economista accademico e servitore pubblico di lungo corso, ha ricoperto vari ruoli di rilievo nel corso della sua carriera. È stato presidente della Banca Centrale Europea, l’istituzione responsabile della gestione dell’euro e della politica monetaria dell’Unione Europea, presidente del Consiglio di Stabilità Finanziaria, Governatore della Banca d’Italia e, più recentemente, Primo Ministro dell’Italia.

Dopo aver ottenuto il suo dottorato in Economia al MIT nel 1977 sotto la supervisione di Franco Modigliani e Robert Solow, Draghi ha continuato a esercitare un impatto significativo sul panorama economico globale.

La cerimonia di premiazione ha avuto luogo il 7 giugno 2023 al MIT Samberg Conference Center, durante la quale Draghi ha pronunciato un discorso: L’Europa e gli Stati Uniti non hanno altra scelta se non quella di “assicurare la sconfitta della Russia” ha affermato.

Draghi ha sottolineato l’importanza dell’unità dell’UE nel difendere i suoi valori fondanti, evidenziando come la guerra in Ucraina abbia dimostrato, come mai prima, la solidarietà tra gli stati membri, che hanno messo da parte le priorità nazionali. “Questa unità sarà fondamentale nei prossimi anni”, ha affermato, collegando la guerra in Ucraina e l’inflazione ad un cambio di paradigma che negli ultimi vent’anni ha spostato la geopolitica dalla competizione al conflitto.

Secondo l’ex numero uno della BCE, l’UE deve essere “ridefinita”, accogliendo paesi come l’Ucraina (che, a suo parere, dovrebbe aderire alla NATO), i Balcani e i paesi dell’Europa dell’Est. Non solo, è necessario un impegno per arrivare a un comune sistema di difesa europeo.

L’ex Primo Ministro ha inoltre avvertito che le ripercussioni del conflitto si faranno sentire a lungo: “Dobbiamo prepararci per un periodo prolungato in cui l’economia globale si comporterà in modo molto diverso rispetto al passato recente”, vale a dire, ci saranno “sempre maggiori deficit”, perché non sarà possibile finanziare le sfide che gli Stati affrontano, come l’emergenza climatica, solo con l’aumento delle tasse.

Concludendo il suo intervento, Draghi ha descritto l’invasione dell’Ucraina come un atto deliberato, il prossimo passo nell’agenda di Vladimir Putin e un duro colpo per l’Unione Europea. “Accettare una vittoria russa significherebbe mettere a rischio altri confini e mandare il messaggio ad altri autocrati che l’UE è pronta a compromettersi. Pace, libertà e rispetto per la sovranità democratica sono i nostri valori comuni”, ha concluso, lanciando un messaggio chiaro all’intero pubblico.

Ascolta il Podcast integrale (Link)

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