Con una riflessione sul tema del “Coraggio di dire Io”, Mattarella ha aperto oggi a Rimini il Meeting dell’amicizia tra i popoli.
Il presidente della Repubblica si è rivolto “al popolo” di Comunione e Liberazione in video collegamento dal Quirinale.
Sono un centinaio gli “eventi” previsti in questi giorni, cui parteciperanno – in presenza – 8 ministri, i leader dei principali partiti politici italiani e il gotha delle “parti sociali” e del panorama economico italiano.
La cerimonia inaugurale ha avuto inizio con la lettura di un messaggio di Papa Francesco, (a firma del Cardinale segretario di Stato Pietro Parolin) da parte di Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.

Il Santo Padre “si rallegra che il Meeting per l’amicizia tra i popoli torni a svolgersi ‘in presenza’ e rivolge a Lei, agli organizzatori e a tutti i partecipanti il Suo saluto con l’augurio di un proficuo svolgimento”.
“Il titolo scelto – ‘Il coraggio di dire io’ –, tratto dal Diario del filosofo danese Søren Kierkegaard, è quanto mai significativo nel momento in cui si tratta di ripartire con il piede giusto, per non sprecare l’occasione data dalla crisi della pandemia. ‘Ripartenza’ è la parola d’ordine. Ma essa non si realizza automaticamente, perché in ogni iniziativa umana è implicata la libertà”.
“In questo senso, il coraggio di rischiare è innanzitutto un atto della libertà”.
Durante il primo lockdown, Papa Francesco ha richiamato tutti all’esercizio di questa libertà: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. (a questo link il testo integrale del messaggio del Papa)

(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Mattarella rinnova l’appello a vaccinarsi, riprendendo le parole di Papa Francesco
“Un virus temibile e sconosciuto ha propagato rapidamente i suoi effetti sull’uomo, sulle società, sulle economie, diffondendo morte e provocando una crisi ancor più pesante delle altre di questo primo scorcio di millennio. Ci siamo scoperti più fragili di quanto credevamo. Abbiamo compreso con maggiore chiarezza di aver bisogno del sostegno degli altri”.
Così il capo dello Stato italiano torna a ripetere: “Vaccinarsi è un dovere. La pandemia ci ha dimostrato quanto bisogno ci sia di responsabilità. Nell’azione dei governi, nei tessuti produttivi, ma anche in ciascuno di noi. Uno strumento per difenderci e tutelare i più deboli, come ha detto Papa Francesco”.
Si vince insieme, si perde insieme. La crisi del virus lo conferma.
Dovremo ancora combattere la pandemia. Ma nostra responsabilità è immaginare il domani. Sentiamo che cresce la voglia di ripartire: il motore è la fiducia che sapremo migliorarci, che riusciremo a condurre in avanti il nostro Paese. L’Unione europea si fa motore di un nuovo sviluppo dei nostri Paesi, uno sviluppo più equilibrato e sostenibile. È un’occasione storica che dobbiamo saper cogliere e trasformare in un nuovo, migliore e stabile equilibrio.
C’è un io, un tu e un noi anche per l’Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia – che si manifestano anche in questi giorni – che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti.
Il coraggio dell’io, oggi, chiede una svolta capace di contribuire a far sì che i cittadini, le persone, siano protagonisti anche nel nuovo contesto di interlocutori globali che trascendono gli Stati e tendono a rendere, di conseguenza, più debole ogni influenza e controllo democratico.
Anche da qui nasce l’esigenza di potenziare la sovranità comunitaria che sola può integrare e rendere non illusorie le sovranità nazionali.
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