Durante la seconda giornata del 12° Festival della Tv di Dogliani (Cuneo), Enrico Mentana, direttore di la7, ha condiviso la sua visione sulla recente controversia relativa all’uscita di diversi volti noti dalla Rai. L’intervista, condotta da Aldo Cazzullo, ha offerto a Mentana l’opportunità di esprimere i suoi pensieri sulla questione.
Mentana ha ribadito che non esiste un “diritto inalienabile a dover essere sempre in onda”. Ha enfatizzato che “chi lascia la Rai non è un martire”, introducendo una prospettiva realistica sulle dinamiche che guidano il mondo della televisione italiana.
Sottolineando il carattere insostituibile di ogni figura televisiva, Mentana ha detto: “Nessuno di noi è insostituibile. Nessuno è nato con la missione divina di fare giornali o trasmissioni”. Ha inoltre chiarito la sua posizione sullo spoil system, un fenomeno che, a suo avviso, non lede la democrazia.
Un punto cruciale del suo intervento riguardava la proposta di una riforma per sottrarre la Rai al controllo dei partiti. Ha argomentato che ognuno dovrebbe accettare il proprio ruolo e fare scelte motivate con fair play, piuttosto che assumere il ruolo di martire.
#EnricoMentana al #FestivaldellaTv:
“In RAI gli editori sono i partiti. Non c’è mai una lesione della democrazia, c’è un sistema che si chiama ‘spoils system’, il quale o fa schifo sempre o non fa schifo mai”@a_cazzullo @La7tv pic.twitter.com/Jm7Ei9Zmgt
— Festival della Tv (@FestivaldellaTv) June 3, 2023
Infine, ha discusso del caso specifico di Lucia Annunziata, sostenendo che “non puoi lavorare nel servizio pubblico e dire di non accettare chi governa”.
Il discorso di Mentana al Festival della Tv di Dogliani aggiunge un altro strato di complessità al dibattito in corso sulla televisione italiana e sul ruolo della Rai in particolare.