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Riforme Costituzionali: L’approvazione del Governo sul Premierato

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Un percorso di stabilità politica si concretizza con il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri ha dato il proprio consenso unanime al disegno di legge concernente le riforme costituzionali. Il provvedimento si propone di introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio, perseguendo l’intento di garantire la sovranità decisionale ai cittadini e di consolidare la stabilità del governo eletto dal popolo.

La premier Giorgia Meloni, illustrando le finalità del disegno di legge in conferenza stampa, ha sottolineato la significatività della riforma nell’architettura costituzionale italiana. Sottolinea come questo sia un passo decisivo per porre termine ai frequenti cambi di esecutivo e alle gestioni tecnocratiche non espresse dal voto popolare.

Con uno sguardo retrospettivo sulla storia repubblicana dell’Italia, la Meloni ha evidenziato la frequenza con cui si sono succeduti i governi, sottolineando una media di durata particolarmente esigua, fattore che a suo dire ha inciso negativamente sulla continuità politica e sulla percezione della credibilità del Paese a livello internazionale.

Nel dettaglio, la riforma preserva le prerogative del presidente della Repubblica, salvo modificare il processo di incarico del presidente del Consiglio. La Meloni ha altresì ricordato la stretta collaborazione con la Presidenza della Repubblica nel delineare il contorno di questo provvedimento.

La premier ha messo in luce l’importanza di una governance che rispetti i piani programmatici per i quali viene eletta, eliminando la possibilità di formare governi tecnici e maggioranze improvvisate. La riforma favorisce quindi una maggiore continuità legislativa e una chiusura nei confronti di eventuali governi “arcobaleno”.

Durante la conferenza stampa, la Meloni ha espresso la sua iniziale preferenza per la soluzione “simul simul”, la quale avrebbe comportato un immediato ritorno alle urne in caso di sfiducia del governo. Tuttavia, si è optato per una soluzione che, pur consentendo la possibilità di completare la legislatura in situazioni limite, rimane per la premier un’opzione accettabile.

Nell’ottica di una maggiore efficienza rappresentativa, la premier ha inoltre posto l’accento sull’abolizione della figura del senatore a vita, ad eccezione degli ex presidenti della Repubblica e degli attuali senatori a vita.

Il processo di elaborazione del testo ha visto il coinvolgimento di diverse parti sociali, tra cui maggioranza, opposizione e società civile, come dichiarato dalla premier, che auspica un largo consenso attorno alla riforma, escludendo l’idea di un’imposizione unilaterale.

La Premier ha anche affrontato il tema della recente telefonata ricevuta da due comici russi, sottolineando come questa sia stata propagandata da canali vicini al Cremlino. Meloni ha ribadito la propria posizione difendendo l’immagine dell’Italia e la propria, in risposta a chi utilizza l’incidente per attaccare entrambe.

Con un riferimento alla telefonata, ha dichiarato che, qualora l’episodio fosse una manovra di disinformazione legata alle posizioni italiane a livello internazionale, sarebbe motivo di rammarico, soprattutto per il coinvolgimento di chi, in Italia, si fa eco di tali dinamiche.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, la premier ha annunciato le dimissioni del suo consigliere diplomatico, Francesco Talò, considerando il suo atto una dimostrazione di responsabilità. La Meloni ha espresso una certa delusione per l’incidente, che mette in ombra l’efficacia dell’attività diplomatica portata avanti fino a ora, e ha ribadito la fiducia nel governo e nella coerenza delle sue azioni.