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sabato, Dicembre 2, 2023

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Visita delle istituzioni europee al centro di accoglienza per i dipendenti EU afghani

La presidente della Commissione europea von der Leyen: i paesi dell’Unione Europea hanno il “dovere morale” di aiutare gli afghani

Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha visitato il centro di accoglienza per i dipendenti afgani evacuati delle istituzioni dell’UE, con Pedro Sánchez, primo ministro spagnolo, Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, e Josep Borrell, alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e Security Policy.

 

“L’Unione europea” ha detto la von der Leyen “è fermamente impegnata a continuare a sostenere le ONG che operano nel paese” l’Unione Europea aumenterà i suoi aiuti umanitari, ma ha avvertito che la comunità internazionale deve impedire che le persone cadano nelle mani dei trafficanti.

La situazione afghana dovrebbe essere una preoccupazione cruciale della riunione del G7 della prossima settimana per aiutare a creare “vie sicure e legali a livello globale, organizzate da noi, la comunità internazionale, per coloro che hanno bisogno di protezione”, ha aggiunto parlando anche ai molti governi dell’UE che temono che la crisi in Afghanistan possa portare a una crisi migratoria come quella del 2015.

“Intanto gli aiuti saranno legati anche al rispetto dei diritti umani e delle donne e delle ragazze. Abbiamo ascoltato la dichiarazione dei talebani che sottolinea che le donne avranno il loro giusto posto nella società e potranno studiare e lavorare, nel quadro dell’Islam, qualunque cosa ciò significhi. Ma sentiamo anche sempre più segnalazioni di persone perseguitate per il loro lavoro precedente o per le loro opinioni, e sentiamo di donne respinte quando si presentano al loro solito posto di lavoro”

“Il miliardo di euro di fondi Ue stanziati per gli aiuti allo sviluppo nei prossimi sette anni sono soggetti a condizioni rigorose: rispetto dei diritti umani, buon trattamento delle minoranze e rispetto dei diritti delle donne e delle ragazze”.

Il “contatto” (il filo del dialogo) con i talebani non significa riconoscerli

I leader dell’UE hanno avvertito che gli attuali colloqui per garantire la partenza degli sfollati afgani non significano che il blocco sia pronto a riconoscere il nuovo regime. Sebbene i leader europei abbiano ammesso di avere contatti con i talebani – per facilitare le evacuazioni – la natura di questi contatti non è politica.

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